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Comunicazione assertiva

Dr.ssa Sara Appoloni - Psicologa Psicoterapeuta a Pesaro

Comunicazione assertiva

Per comunicazione assertiva si intende la capacità di comunicare con gli altri affermando i propri bisogni e punti di vista senza essere aggressivi o passivi; ovvero senza prevalere sull’altro o senza subire silenziosamente le scelte altrui. Essere assertivi non vuol dire persuadere l’altro nel pensarla come noi o concludere una conversazione con un senso di soddisfazione, a volte può accadere ma non sono gli elementi essenziali. L’aspetto fondamentale è la sensazione di aver detto tutto quello che ci premeva dire, di essere a posto con noi stessi, nel rispetto di noi stessi e degli altri. Non è sempre facile essere assertivi e non in tutte le situazioni possiamo far rispettare nello stesso modo i nostri diritti (pensiamo per esempio al luogo di lavoro), per questo occorre modulare questo tipo di comunicazione in base alle circostanze di vita.

Comunicare efficacemente in maniera assertiva è come trovarsi nel mezzo a due stili comunicativi opposti:

  • stile comunicativo aggressivo: caratterizzato dal prevalere sull’altro verbalmente (insultare, alzare la voce) e a volte anche fisicamente (prossimità fisica, alzare le mani). Adottano questo stile le persone tendenzialmente impulsive, sanguigne, facilmente irascibili, con difficoltà nel regolare la rabbia, gestire gli imprevisti e tollerare la frustrazione e che con facilità si sentono minacciate dagli altri per cui attaccano a loro volta. Sono un po' come una molla.
  • stile comunicativo passivo: caratterizzato dal sottomettersi agli altri, per cui le risposte tipiche sono il rimanere in silenzio o acconsentire a tutte le richieste altrui, l’atteggiamento tipico è remissivo con una postura ripiegata su se stessi. Adottano questo stile le persone tendenzialmente paurose del conflitto, che evitano a tutti i costi il confronto, anche solo verbale. Sono persone con poca autostima e fiducia in se stessi, si percepiscono deboli e potenzialmente perdenti, spesso con la paura di poter perdere il consenso e il favore dell’altro se si prova a dire il proprio punto di vista.

A questi due stili principali ne possiamo accostare un terzo che è un mix tra il primo e il secondo, ovvero, lo stile comunicativo passivo-aggressivo. Sono persone tendenzialmente remissive ma lamentose e critiche, che dicono sì e poi fanno l’opposto. Esse non riescono ad affrontare apertamente un conflitto, ma agiscono alle spalle e possono essere anche vendicative e provocatorie. Per fare un esempio, è la persona che si tira indietro quando è il momento di scegliere un’attività da fare, dicendo “facciamo quello che vuoi tu” e poi durante o dopo l’attività è scontrosa e lamentosa di ciò che si sta facendo o si è appena concluso. Vediamo come è molto più diffuso di quanto possiamo pensare.

C’è da dire che NON per forza una persona adotta UN SOLO stile comunicativo, anzi è più comune riconoscersi in uno stile comunicativo principale, ma al tempo stesso riconoscersi, occasionalmente o con alcune persone o circostanze, in un altro stile comunicativo.

Per vivere sereni e liberi il tipo di comunicazione migliore è quella assertiva e tutti noi dovremmo tendere a questa, anche perché se non lo facciamo, questo è spesso fonte di tensione e malessere nella coppia, in famiglia, al lavoro, ecc. Per aiutarci in questo ci sono delle tecniche e delle esercitazioni molto utili da fare con l’aiuto di un professionista.


Dr.ssa Sara Appoloni
Psicologa Psicoterapeuta a Pesaro


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