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I Disturbi Alimentari e Fame nervosa

Dr.ssa Sara Appoloni - Psicologa Psicoterapeuta a Pesaro

I Disturbi Alimentari e Fame nervosa

Nel nuovo manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM 5 questa categoria prende il nome di Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Tali disturbi si caratterizzano da un persistente disturbo dell’alimentazione o da comportamenti connessi all’alimentazione che causano un’alterazione nel consumo o nell’assorbimento di cibo e compromettono in maniera significativa la salute fisica o il funzionamento psicosociale.

I disturbi alimentari, in tutte le varie espressioni, hanno un tasso di prevalenza del 5% nella popolazione generale. Rappresentano quindi la patologia mentale più diffusa nella società occidentale degli ultimi 20 anni. In alcuni casi si va incontro a una remissione spontanea; altre volte invece si assiste a un graduale peggioramento del quadro sintomatologico e una migrazione da una diagnosi all’altra, sempre all’interno di questa stessa categoria.

L’età di esordio si colloca nel periodo adolescenziale, proprio il momento in cui si dà estrema importanza dell’essere accolti e accettati dal gruppo dei pari e si assiste a dei cambiamenti repentini della propria forma corporea. Due aspetti cruciali da considerare nella comparsa di questa tipologia di disturbi sono:

  • l’importanza di aderire a canoni estetici culturalmente determinati;
  • la necessità di prendere in mano la propria vita ed esercitare un controllo su se stessi. Questa tendenza al controllo viene convogliata nel corpo, l’unico elemento che rientra sotto il proprio dominio.

I disturbi alimentari più comuni sono:

  • PICA: persistente ingestione di sostanze, senza contenuto alimentare, non commestibili per almeno 1 mese. Tale comportamento non è appropriato rispetto allo stadio di sviluppo della persona.
  • ANORESSIA NERVOSA: si caratterizza da un’estrema magrezza, mantenuta su base volontaria, e un peso corporeo al di sotto dell’85% di quello previsto in base all’età e all’altezza e/o un Indice di Massa Corporea (BMI) inferiore a 15,5. La paura di prendere peso o diventare grassi fa sì che la persona metta in atto tutta una serie di comportamenti che le impediscono di prendere peso. A questa si aggiunge una preoccupazione eccessiva per il peso e l’aspetto fisico. Tale preoccupazione porta a una percezione alterata del proprio corpo, che va a influenzare la propria autostima e a sottostimare la gravità della propria condizione sottopeso. Nelle persone di sesso femminile si assiste ad amenorrea (ovvero, sospensione del ciclo mestruale).

Sono individuabili due sottotipi: tipo con restrizioni (dieta ferrea, digiuno e/o attività fisica eccessiva) o tipo con condotte di eliminazione (es. vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici o clisteri). In entrambi il disagio psicologico può manifestarsi attraverso l’ansia e la depressione.

  • BULIMIA NERVOSA: si caratterizza dal bisogno compulsivo di abbuffarsi, ovvero mangiare ingenti quantità di cibo, in assenza di controllo. Questi episodi avvengono in uno stato dissociativo di “non-mente”, in cui spesso non si ha vera coscienza di ciò che sta accadendo. Le abbuffate sono seguite da condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (es. vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva). In base alla frequenza con cui avvengono queste condotte compensatorie inappropriate si può diagnosticare la gravità. Gli episodi bulimici possono essere programmati in anticipo o essere scatenati da alterazioni dell’umore, stati d’ansia o stress.
  • DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA (o chiamato Binge Eating Disorder): è caratterizzato da episodi bulimici in assenza di comportamenti compensatori. Nonostante la persona sia consapevole dei danni alla sua salute, l’unico pensiero presente è quello di ingerire qualsiasi tipo di alimento per calmare l’ansia e qualsiasi emozione negativa. La persona affetta da questa sindrome è spesso isolata, ha poca considerazione di sé e prova profondi sensi di colpa. Più il peso aumenta e più difficile sarà l’integrazione e il disagio sociale. Il 65% di queste persone soffre di obesità, ma non tutte le persone obese hanno questo disturbo. Ricordiamo che l’obesità è una condizione multifattoriale e non rientra tra i disturbi mentali.
  • FAME NERVOSA: non è una condizione che rientra tra i disturbi dell’alimentazione ma è molto frequente e può creare un certo disagio. In particolari condizioni di stress e tensione la persona è spinta mangiare per sopperire a queste sensazioni spiacevoli.

Come intervenire con i disturbi alimentari?

Il disturbo alimentare è un fenomeno complesso e multidimensionale, in caso di gravità va trattato da un’equipe di specialisti, che in maniera integrata, si occupa di: salute fisica e peso corporeo, nutrizione, psicoterapia e riabilitazione sociale. In alcuni casi limite può essere opportuna una presa in carico residenziale, in centri specializzati per il trattamento dei disturbi alimentari. In alcuni casi può risultare imprenscindibile coinvolgere nel trattamento non solo la persona affetta da disturbo alimentare ma anche il contesto affettivo-relazionale di riferimento (es. famiglia o partner).

Le psicoterapie che ad oggi sembrano dare maggiori risultati di efficacia per i disturbi alimentari sono la terapia cognitivo comportamentale e la psicoterapia interpersonale. La Cognitive Remediation Therapy può essere utile nel trattare i deficit cognitivi e la compromessa flessibilità psicologica dei disturbi alimentari. Può essere utile anche la psicoterapia sistemico-familiare e i vari interventi di terza onda.


Dr.ssa Sara Appoloni
Psicologa Psicoterapeuta a Pesaro


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